sabato 30 ottobre 2010

LUCIANO COBIANCHI

 Quelli che avevano osato il complotto
dovevano essere almeno un quartetto.

Non c'erano danni al posto vicino
soltanto un giocattolo del piccolino

Nessuno sapeva dov'era condotto
ma quello del posto sapeva già tutto

Nel luogo vicino da tempo osservato
è stato portato col bus di un privato.

Che dire se oggi non c'è più alcuna traccia
e non si costringe un cane da caccia

A fare le cose che allora occorreva
nel tempo, nel luogo  e come pareva



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 dal sito chi l'ha visto

Sesso:MEtà:12(al momento della scomparsa)Occhi:castaniCapelli:biondiScomparso da:Domegge di Cadore (Belluno)Edizione:2004/2005Data della scomparsa:10/07/1956Data messa in onda:22/11/2004

Il pomeriggio del 10 luglio 1956 alcuni giovani seminaristi partirono da Casier di Treviso per Domegge (Belluno), ospiti della casa di Don Francesco Barnabò per una breve vacanza. Il giorno seguente, mentre veniva preparato il pranzo, i ragazzi andarono a visitare la chiesa di Domegge. Poi, accompagnati da padre Zaccaria, un superiore del seminario, si spinsero al di là del Piave, imboccando la strada della Val di Toro, in direzione del rifugio Padova. Dopo poche centinaia di metri, però, furono richiamati perché il pranzo era pronto. Tornarono tutti indietro tranne uno, il dodicenne Luciano Cobianchi, che avrebbe detto ai compagni "Vado a conquistare l'ultima vetta e poi torno". Ma in quel momento cominciò il mistero della sua scomparsa che dura ancora oggi.

ANGELA CELENTANO





Leggi severe atte a tradire
il resto del corpo pronto a perire
sempre presente il dubbio mentale
dell'uomo coinvolto tanto brutale
non è situazione da consolare
ma situazione da controllare

Le 4 mani che hanno tradito
sono nel gruppo che puntano il dito
le mamme e i papà di altre bambine
pongano l'occhio delle vicine
di casa, di scuola, di studio e d'amore
per impedire un altro scalpore

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giovedì 28 ottobre 2010

A Denise Pipitone



Sempre presente nella mente della gente
lontana da luci, da ribalte, è assente
non serve cercare ma solo trovare
cercare laddove han perso l'affare.
Che dire, quel giorno faceva la conta,
quando improvvisamente una donna rotonda
le ha detto Denise andiamo più in là
che c'è una cosa che devi trovà
con fare curioso è corsa laggiù
e dopo pochissimo non c'era già più
Il correre lontano a grande passo,
 ha fatto notare il suo sorpasso
nessuno ne vuole proprio parlare
ma alcuni hanno visto il malaffare.
Cercare cercare ma molto distante
      Quel luogo è lontano come un diamante*   **


* da wikipedia…. Un diamante in un campo da baseball delimitato dalle quattro basi e con al centro il monte di lancio.    Il diamante nel gioco del baseball è il quadrato di dimensioni 27,43 m per lato che ha per vertici le quattro basi (casa base, prima, seconda e terza base). Nella diagonale che unisce casa base con la seconda base, all'interno del diamante stesso, si trova la pedana del lanciatore (monte di lancio) posta a 18,39 metri da casa base . Il termine diamante talvolta è usato come sinonimo dell'intero campo da baseball che, tuttavia, nel suo insieme comprenderebbe anche le zone di ricezione. Per estensione, ci si può riferire a diamante persino per indicare lo stadio di baseball che di fatto comprende, oltre al campo di gara, anche gli spalti.         
       
 Lato del diamante = 90 piedi pari a 27,44 m
Distanza dalla casa base e il monte di lancio = 60 piedi e 6 pollici = 18,39 m [2]

** prendendo spunto dal disegno mettere la punta del compasso nel punto di  residenza, allargandosi, fare la stessa cosa partendo da mazara del vallo e anche da trapani, in entrambi i sensi. Non solo cercando nei dintorni ma oltre, seguendo le linee, ben oltre il confine italiano, come da mappa sottostante.



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lunedì 25 ottobre 2010

Sarah Scazzi......................poche parole!!!!!!!!



Debole la notte, forte il giorno
L'hanno finalmente  tolta di torno

La sua vita appena cominciata
E finita in pochi secondi, una manciata
Leggeva di stupri e violenze
Parlava con compagni  di scemenze
Non aveva sentito arrivare la morte
Ma solo la fine di ogni sua sorte
I sogni di bambina ormai donnina
Han reso la sua  fine troppo vicina.
Non voleva portar via a nessuno
L’amore che sognava... di qualcuno!!!

sabato 9 ottobre 2010

Lady Diana, una vittima dei servizi segreti



Come si può solo pensare che la morte di Diana e Dody sia stato un semplice incidente?Già sappiamo che chi guidava non era  in stato di ebbrezza.
La sua morte ha creato dubbio e mistero sulla casa inglese e soprattutto sul vedovo. Diana era diventata scomoda, e avere una storia d'amore con un arabo era inaccettabile.
Aspettava una bambina, si, era incinta quando li hanno ammazzati, avevano già deciso come chiamarla. Qualcuno già sapeva di questa gravidanza e, ovviamente, un figlio scandalo non lo si poteva “concepire”.
La vita a palazzo era divenuta impossibile, le velate minacce di morte le toglievano l'appetito.
Quella disciplina forzata, esagerata, l'aveva stancata anche perchè, c'era chi predicava bene e razzolava male.
Non era una semplice cotta quella per Dody, ma una vera storia d’amore. Si, certo, lui era considerato un grande latin lover, ma chi non lo sarebbe stato al suo posto, bellezza, ricchezza, intelligenza. Lady  Diana lo aveva stregato, la sua dolcezza lo aveva rapito e cio che mi fa piu gioire è che finalmente, da oltre 10 anni possono godersi in pace il loro amore, insieme alla bambina  mai nata. Gli omicidi sono stati 3 dunque!!!
mancava poco alla mezzanotte e un quarto, Diana non voleva uscire ma Dody ci teneva a fare una capatina nei locali notturni, Quella sera, erano felici…..
Il mercoledi precedente l'incidente mortale, Diana doveva uscire con Dodi e già quel giorno era successo qualcosa  sulla quale Diana avrebbe dovuto riflettere e già quel giorno, lei pensò alla sua fine.
Il suo assassinio è stato studiato con cura molto tempo prima e, senza l'intervento dei leaders conservatori, loro sarebbero ancora vivi. Il responsabile è un certo Mc....
Se Diana non avesse deciso di pubblicare il suo libro-testimonianza, forse non avrebbero deciso di ucciderla.

Quella maledetta sera, qualcuno aveva messo nel bicchiere dell’autista una polverina… con la vista annebbiata e un’auto bianca posizionata nel punto stabilito, è stato  creato il giusto destino dei due amanti.
Erano due gli uomini a bordo dell'auto assassina, uno  di 36 anni, il più giovane e l'altro, più grande, che guidava.

Ci si è persi  a fotografare i rottami e i corpi dei due poveri malcapitati, piuttosto che chiamare immediatamente i soccorsi. Il destino? Non credo, se fosse dipeso dal destino, Diana e Dody si sarebbero sposati e avrebbero avuto 2 figli.!!!!
Il destino* è imprevedibile…gli assassini hanno anche imparato a sostituirsi al destino lasciando credere al popolo che la loro morte sia solo stata frutto di una terribile coincidenza.

Se non avessero architettato la loro fine, avrebbero certamente fatto ogni cosa per rendere loro la vita impossibile  e, anche se il padre di Dody era ed è una potenza, non sarebbe comunque riuscito a difenderli dalla casa inglese, dai loro misfatti, dai loro agganci segreti.
La morte li ha annullati. La morte li ha costretti ad accontentarsi.

*Con destino o fato tradizionalmente ci si riferisce all'insieme di tutti gli eventi inevitabili che accadono in una linea temporale. Può essere concepito come l'irresistibile potere o agente che determina il futuro, sia in termini generali che di singolo individuo. Il concetto è basato sul credo che esista un ordine naturale prefissato nell'universo.
Da wikipedia, libera enciclopedia.

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venerdì 8 ottobre 2010

La morte del grande Pier Paolo Pasolini

L’esigenza di chiarire i fatti, di essere chiaro con il pubblico gli e costata la vita. lo hanno martoriato, massacrato, seviziandogli mente e corpo, gli hanno fatto a pezzi l’anima. Quello che resta della sua persona, sono gli scritti che fanno da verita nascosta.

Il suo vero assassino è stata la cronaca di cui trattava.
Quella sera era in buona compagnia, i mostri lo invitarono a bere e si mostrarono amici dapprima, poi lo costrinsero a recarsi in quel luogo...
Pasolini non fece nulla per provocarli, fecero tutto da soli, tendendogli una terribile trappola. Lo capi subito, non appena vide dove lo avevano costretto ad andare, seguendoli in macchina.
Alla guida della sua auto c’era quello incriminato, pelosi e gli altri a bordo dell’altra. Erano in 7.

Gli hanno fatto ingerire sostanze orrende, Pasolini le vomitava, ma se non beveva gli davano bastonate in testa.
Lo hanno insultato all’infinito, senza lasciargli il diritto di replica.
Quelle pellicole le avevano loro, o si fa per dire, loro dicevano di averle, ma in realtà non esistevano piu.
Pasolini inorridiva all’idea di dover ricominciare con le riprese. I mostri non volevano che andasse in onda il filmato. Gli hanno fatto giurare di distruggere il filmato, gli hanno fatto giurare di non occuparsi piu di quegli argomenti, gli hanno fatto promettere ogni sorta di cosa e subito dopo l’ultima promessa, uno per uno lo hanno massacrato senza ritegno.

Pasolini non ha vuto modo di reagire, se non l’istinto di alzarsi e fuggire via, ma due di loro, piu svelti e scattanti degli altri, lo hanno riacciuffato buttandolo nuovamente in terra e finendolo a forza di calci
Nel romanzo petrolio, tanti sarebbero stati i fatti ancora da narrare ma evidentemente non doveva raccontarli.
Le minacce ricevute si sono , piu tardi, tradotte in fatti che l’hanno portato alla morte.

Durante la meditazione in tetha, nella luce del settimo livello della coscienza, ho letto:

Questa la vicenda segreta
Dell’affare che porta a gaeta*
Nessuno ne sapeva niente
A parte l’amato tenente
Quel tenente adorato da tutti
Ma messo agli arresti per lutti
Non so come esprimere il giudizio
Se son commosso dall’inizio
Offrire carezze al nemico
Mi ha dato la morte col fico **

* Pasolini e il mare, un racconto inedito. Il racconto è stato reperito dagli studenti dell'ITS Bianchini di Terracina (Latina), insieme al loro professore, Giovanni Iudicone, presso il Fondo Pasolini di Roma - giugno 1999. potete trovare il racconto sul sito http://amicidiletture.blogspot.com/2010/08/pasolini-e-il-mare-terracina-un.html

**Platone ritiene il fico amico dei filosofi. Nella tradizione antica il fico riveste quindi un significato di immortalità e di abbondanza. Esso rappresenta anche l’asse del mondo, che collega la terra al cielo.



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